LATHE BIOSAS #5
from Lathe Biosas series_2017
Lathe Biosas è l’immediata relazione tra l’adulto e il gioco. Un parco giochi in uno spazio minimo. La persona e la sua solitudine. Una solitudine non negativa, forse nostalgica. C’è una psicologia diversa in ognuna di esse, persone adulte eleganti, uomini in carriera, donne emancipate, soddisfatte della modernità ma con più turbamenti, e tutti bisognosi di tempo da dedicare a se stessi, e l’intimistica piacevole sensazione di non essere visti, di non apparire, di meditare sul proprio percorso.
from Lathe Biosas series_2017
from Lathe Biosas series_2017
from Lathe Biosas series_2017
testo di Claudio Libero Pisano per la mostra al CIAC di Genazzano.
Graziano Russo con Bunker visit, inaugura un nuovo ambiente del castello recuperato a spazio espositivo dopo molti anni. Le vecchie cucine diventano il luogo di un’installazione nella quale è richiesto allo spettatore di immergersi senza remore. Attraverso una rielaborazione delle immagini di bunker improvvisati, tristemente noti, dove personaggi della malavita calabrese vengono individuati e arrestati, l’artista costruisce una trama per un racconto complesso. Il bunker visit è un luogo dove porsi domande e dove è possibile comprendere che il male non è troppo lontano ed estraneo da nessuno di noi. Che l’illegalità impunita è sempre supportata da una connivenza, anche inconsapevole, fatta di costumi e abitudini che rendono sempre più spesso tollerabile ciò che non lo è.
from Bunker Visit series_2018
altalene, 2010
from Bunker Visit series_2018
testo di Antonella Di Lullo per la mostra personale a Palazzo Incontro di Roma
Un lavoro che indaga attraverso diversi media come la fotografia, il video e oggetti desunti dal reale,
la presenza ingombrante e allo stesso tempo silenziosa della ‘ndrangheta nel territorio calabrese.
Esistono relazioni complesse nella Locride, dove 'ndrangheta e quotidianità quasi mai si incontrano.
Vita normalissima, diremmo. C'è qualcosa che rende questa terra calma e "anestetizzata". I segnali crivellati
di colpi di pistola sono la dimostrazione di un tipico atteggiamento di rassegnazione, e di abbandono. Stanno li da anni.
Non vengono sostituiti...tanto "li sparano di nuovo".
Due grandi cartelli stradali autentici prelevati proprio da quel territorio accolgono lo spettatore, uno shock iniziale che continua attraverso fotografie,
screenshot delle pagine di google maps, e il video che vede come protagonista lo stesso artista.
Immagini forti di un territorio desolato e silenzioso che mirano rendere ancora più reale il racconto e l’indagine.
Un territorio geograficamente lontano ma in occasione di questa manifestazione idealmente vicino che l’artista è riuscito a far parlare attraverso la sua azione.
still da video, 2010
segnale stradale crivellato, 2010
segnale stradale crivellato, smalto, 2012
testo di Anna Saba Didonato
Ispirate alle teorie di Marshall McLuhan, le opere di Graziano Russo invitano a riflettere sul ruolo incisivo esercitato dalla specificità dei mezzi di comunicazione di massa sull’immaginario soggettivo e collettivo, a prescindere dai singoli contenuti veicolati. Fino ad arrivare all’estremo assunto secondo cui “il mezzo è il messaggio”, in base ad un determinismo tecnologico che evidenzia l’impatto delle norme organizzative dell’informazione sui comportamenti sociali e sulla forma mentis dei singoli.